“Alessandro Guerriero: al diavolo Alchimia!” a cura di Cintya Concarie Roberto Marcatti.
Tutto è in prestito, non esistono spazi, non esiste struttura e i luoghi sono molti. Stiamo parlando della mostra “Alessandro Guerriero: al diavolo Alchimia!” a cura di Cintya Concari e Roberto Marcatti allestita presso il Must di Lecce, dove tutto ciò che viene esposto per raccontare i quaranta anni del movimento Alchimia è originale, discontinuo e destrutturato. Attore principale della mostra è l’imprevedibile attività mentale come fenomeno di comunicazione spontanea, solitaria o in gruppo. I suoi riferimenti sono i diversi, le avanguardie, i paranoici, i selvaggi, gli umanisti, le culture arcaiche e oggi più che mai, il sociale.
Il movimento Alchimia nasce a Milano nel 1976 per opera di Adriana e Alessandro Guerriero. Siamo nel pieno degli anni 70, anni “creativi” presupposto per la futura svolta economico-sociale, gli anni di Marcuse e della contestazione giovanile nel mondo occidentale. Intorno al movimento Alchimia esplode l’Hi-Tech, nascono i moderni computer,Hollywood diventa la “mecca del cinema” e le radio cambiano il loro linguaggio, nasce la musica disco, impazzano gruppi come i Bee Gees, gli Abba, Donna Summer, i Matia Bazar. Il look è caratterizzato dai colori e dalle stampe, fiori enormi e disegni geometrici. La minigonna di Mary Quant e il marchio Ray Ban con i suoi occhiali a specchio sono un must. Nasce il “consumismo”. Si va verso gli anni “da bere”, anni della esplosione del marketing e della comunicazione di prodotto e d’impresa. Sono gli anni del novello mito, l’immagine.
Un insieme di teste brillanti all’interno di Alchimia, da Alessandro Mendini a Ettore Sottsas, da Andrea Branzi a Riccardo Dalisi, tutti con la stessa e identica pulsione ma con specificità e primati differenti, cambiano il sistema del design internazionale, raccogliendo l’eredità degli anni radicali, registrando l’effervescenze della società civile di allora, svecchiando il mondo del progetto tra arti decorative e design con un mondo di forme libere, sperimentali e innovative nel loro segno provocatorio e rumoroso. Si prepara la strada all’uragano del gruppo Memphis costituitosi nel 1980 a Milano a seguito di una riunione nella casa di Ettore Sottsass a cui parteciparono Michele De Lucchi, Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, e Martine Bedin, e del gruppo Zeus del 1984 con Maurizio Peregalli, Sergio Calatroni, Marco Tini, Davide Mercatali, Ettore Raffaldi, Mizio Turchet, Cinzia Tomaciello, Walter e Roberto Marcatti.
Nel 1982 Alessandro Guerriero partecipa alla fondazione della scuola di design Domus Academy in cui siinizia ainsegnare teoria e pratica di una nuova progettualità. Nel 1984 inizia una Nuova Alchimia con il marchio Zabro ed è l’imprenditore Aurelio Zanotta a favorire questa collezione di carattere post industriale. “Alchimia” diventa sempre più un luogo di ricerca sul design, l’architettura e la moda. È un luogo di contaminazione di linguaggi. La stretta collaborazione tra Alessandro Guerriero e Alessandro Mendini, insieme allo studio fotografico Occhiomagico, produce 24 copertine per la rivista Domus negli anni 1982,1983 e 1984, che testimoniano la svolta imposta alla fotografia che racconta di paesaggi progettati, di oggetti immaginati, di abiti di là da venire. La fotografia comincia a rappresentare in maniera verosimile il progetto e non l’oggetto. E ancora nel 1988 Alessandro Guerriero fonda la rivista Ollo, rivista senza messaggio, fatta di cento pagine non rilegate e non numerate e di sole immagini.
Passata la “magia” dei rampanti anni Ottanta, gli anni Novanta imboccano la strada di un più sobrio realismo, che inizia a fare i conti con le difficoltà della globalizzazione. Un decennio fra la “Milano da bere” ormai finita e un futuro che non presagiva rose e fiori.
Nel 1992 si conclude il sogno Alchimia ma non il lavoro alchemico di Alessandro Guerriero. Gli anni novanta e duemila lo vedono protagonista della nascita di Futurarium, scuola di progetto che confluirà nella NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di cui sarà Presidente per anni.
Gli anni 2000 sono caratterizzati da una società dominata dalla solitudine e dalla incomunicabilità, una società sempre più competitiva e indaffarata con poche nascite e famiglie di dimensioni sempre più ridotte in cui l’impegno e la creatività di Alessandro Guerriero si pone a tutto tondo a servizio del volontariato e dell’associazionismo usando la stessa formula alchemica sperimentata già quarant’anni prima.
Esempi straordinari i laboratori di autoproduzione di oggetti di design, come quelli della Cooperativa del Granserraglio fondata da Alessandro Guerriero nel 1997 con il detenuto Saverio Pisani e padre Vincenzo Musitelli, presso il carcere di San Vittore di Milano, divenuta ormai una struttura stabile che realizza manufatti di grande originalità o la nascita della scuola Tam Tam, scuola libera di progetto o del progetto liberato che sottolinea ancora una volta la sua infinita progettualità.
E di recente i progetti Normali Meraviglie, esposto quest’anno alla Triennale di Milano e Sedie d’autore, altro progetto ambizioso realizzato nei laboratori di terapia della Sacra Famiglia di Cesano Boscone trasformati per l’occasione, in “labirinto di idee”. Tutti gli oggetti prodotti sono realizzati da persone con disabilità che decorano e abbelliscono una serie di sedie progettate da Alessandro Guerriero ed esposte al Salone del Mobile 2017, dove la debolezza e la fragilità delle persone “diverse” diventano un valore aggiunto.
La libreria CAOS di Officine Tamborrino è stata selezionata dai curatori tra gli oggetti in mostra più significativi della produzione del Maestro Guerriero.
La mostra inaugura venerdì 23 Giugno alle ore 19.00
“Alessandro Guerriero: Al Diavolo Alchimia” rimarrà aperta al pubblico fino al 30 ottobre